Sicurezza epatica del Pioglitazone nei pazienti con diabete mellito di tipo 2
La steatosi epatica non-alcolica, la principale manifestazione epatica del diabete mellito di tipo 2, è la più comune malattia epatica negli Stati Uniti.
I tiazolidinedioni, una classe di farmaci antidiabetici, sono risultati potenzialmente utili nel trattamento del fegato grasso non-alcolico.
Ci sono tuttavia dubbi sulla sicurezza a livello epatico di questi farmaci, anche noti come glitazoni.
E’ stato condotto uno studio di sicurezza, che ha coinvolto 171 Centri negli Stati Uniti, in cui 2.097 pazienti affetti da diabete mellito di tipo 2 hanno assunto un glitazone, Pioglitazone ( Actos ) al dosaggio di 15-45 mg 1 volta die, oppure una sulfonilurea, Glibenclamide ( Gliburide; Micronase ) al dosaggio di 5-15 mg 1 volta die, per 3 anni.
L’obiettivo primario era quello di verificare l’eventuale danno epatico indotto dai farmaci, manifestato da innalzamento degli enzimi epatici, misurati ogni 8 settimane per il primo anno e ogni 12 settimane successivamente.
L’endpoint primario era rappresentato da valori delle transaminasi ALT maggiori di 3 volte il limite superiore al normale ( >3 x ULN ), e da un endpoint secondario di 8 x ULN.
L’analisi intent-to-treat ha riguardato 1.051 pazienti trattati con Pioglitazone e 1.046 trattati con Glibenclamide ( p=0.0617 ). Un totale di 411 pazienti nel gruppo Pioglitazone e 413 in quello Glibenclamide ha completato lo studio.
L’incidenza di danno epatocellulare è stata dello 0% nel gruppo Pioglitazone e dello 0.38% nel gruppo Glibenclamide ( p=0.0617 ).
L’analisi degli endpoint secondari non ha evidenziato nessun caso con valori di ALT maggiori di 8 x ULN per il Pioglitazone contro 1 caso con Glibenclamide ( p=0.4988 ); nessun caso di ALT maggiore di 3 x ULN + bilirubina totale maggiore di 2 x ULN con Pioglitazone contro 1 caso con Glibenclamide ( p=0.4988 ); e più pochi innalzamenti singoli maggiori di 3 x ULN con il Pioglitazone ( n=3 ) rispetto alla Glibenclamide ( n=9; p=0.0907 ).
Inoltre sono stati visti meno casi di ALT maggiore di 1.5 x ULN, aspartato aminotransferasi maggiore di 1.5 x ULN e gamma-glutamil transpeptidasi maggiore di 1.5 x ULN con Pioglitazone rispetto alla Glibenclamide ( p minore o uguale a 0.05 ).
Nessun caso di disfunzione epatica o di insufficienza epatica è stato riportato in entrambi i gruppi; sono stati riscontrati 2 casi di cirrosi epatica nel gruppo Glibenclamide.
Dallo studio è emerso che il Pioglitazone presenta un profilo epatico di sicurezza simile a quello della Glibenclamide nell’impiego, nel lungo periodo, nei pazienti con diabete mellito di tipo 2 scarsamente controllato. ( Xagena2009 )
Tolman KG et al, Drug Saf 2009; 32: 787-800
Farma2009 Endo2009 Gastro2009
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